La Fellowship of Friends: comunita’ intenzionale o ego-villaggio?

(Il seguente articolo e' stato scritto in risposta a quello intitolato "La Fellowship of Friends: una comunita' per la 'Quarta Via'" pubblicato sul sito: 'viverealtrimenti'. Sebbene sia stato sottoposto all'attenzione dell'amministratore del sito, ne e' stata rifiutata la pubblicazione.)
- Per onor della cronaca, e per meglio aderire al titolo: “Comunità Intenzionali ed Ecovillaggi”, il discorso sulla “Fellowship of Friends” va doverosamente riaperto, aggiornato ed approfondito. Dopo aver visitato questa comunita’, la prima necessaria precisazione riguarda gli insegnamenti di Robert Burton ispirati alla Quarta Via. Infatti sono oramai tre o quattro anni che quest’ultima e’ stata abbandonata per lasciare il posto alla ‘sequenza’, una sorta di mantra che serve allo scopo di invocare, ottenere e prolungare la presenza. Essa risalirebbe addirittura all’uomo preistorico, anche se le parti integranti di suddetta preghiera sono parole monosillabiche di lingua inglese. Un’idea della Quarta Via che non e’ stata abbandonata invece e’ quella che l’uomo non possiede volonta’ e da solo non puo’ fare, per cui deve adottare la volonta’ di chi la possiede, ovvero di chi e’ evaso dalla prigione del ‘sonno’. A ragione di cio’ bisogna aggiungere, che la ‘religione’ ad ‘Apollo’ e’ eseguire quello che dice il maestro fondatore, anche nell’eventualita’ che non fosse pratico, controproducente e alle volte illegale. Per esempio: anni fa cominciarono i lavori per la costruzione del ‘theatron’, un enorme anfiteatro in bianca pietra arenaria dedicato al balletto ed altre sfarzose rappresentazioni. Tale progetto fu iniziato ed eseguito senza permessi, di nascosto dagli ispettori del dipartimento delle costruzioni della contea. La trama venne pero’ scoperta, anche perche’ una costruzione di quelle dimensioni non puo’ passare inosservata a lungo, col risultato che il progetto fu subito bloccato dalla contea. Per motivi logistici, di codici legali, penalita’ (mancanza di strutture di sicurezza, ringhiere, accesso e bagni per sedie a rotelle, ecc.) e dopo aver speso piu’ di un milione di dollari, suddetto progetto e’ stato abbandonato dalla FoF, lasciando l’inadatta pietra a sgretolarsi sotto le intemperie e relegando i famosi ballerini del Bolshoi ai riadattati campi da tennis. Il ‘theatron’ ancor oggi detiene il record per la piu’ grande costruzione eseguita in California senza permessi. L’inizio di questo trend lo si puo’ rintracciare storicamente in un altro audace progetto: la ‘winery’. Quest’ultimo e’ un mega-bunker di cemento edificato per contenere la produzione, imbottigliamento e immagazzinamento del vino, ma anche, e oltretutto, come rifugio anti-atomico a seguito della predizione della Guerra al’idrogeno che sarebbe dovuta scoppiare nell’anno 2006. La ‘winery’ e’ un colossale edificio cominciato negli anni ’70 e mai ultimato, abbandonato al degrado e ridotto a triste, imponente e dimenticato rudere, e definito scherzosamente un ‘eyesore’, ovvero un pugno in un occhio. Malgrado il suo nome, la Fellowship of Friends (Confraternita degli Amici) non ha il benche’ minimo senso della comunita’. Gli studenti, cosi’ si chiamano i membri che la compongono, vengono pagati con uno stipendio base che ammonta a $350 al mese, ovvero $1.75 all’ora. Nello stato della California il ‘minimum wage’ e’ di $8 all’ora. Possedendo ‘conscious wealth’, essendo ricchi di consapevolezza, per gli studenti il denaro non e’ certamente il punto, ma dopo le spese, essi riescono a malapena a sbarcare il lunario, rendendo la sopravvivenza estremamente precaria. Fra le altre cose, ad ‘Apollo’ c’e’un bellissimo frutteto sulla collina a mezza costa. Negli ultimi anni alcuni studenti, lo hanno privatizzato, ma con scarsa fortuna. Quest’anno e’ tornato nelle mani della comunita’ della Fellowship, col risultato che la frutta, abbondante e prelibata, viene venduta agli stessi studenti, o, per la maggior parte, viene lasciata marcire per terra e sugli alberi, quando potrebbe aiutare il sostentamento degli stessi. Un altro esempio e’ il ‘vegetable garden’. Quest’orto rigoglioso, e’ stato messo insieme col sudore degli studenti e degli studenti visitatori, e gli stessi sono periodicamente invitati ad andare ad aiutare per mantenerlo. L’intero raccolto va nelle cucine della ‘Galleria’ e del ristorante ‘Apollo d’oro’. Qualora gli studenti volessero assaporare il frutto del loro stesso lavoro, essi sono, anche qui, invitati a pagarlo. Altro caso rapprasentativo e’ la vigna, che un tempo copriva 150 ettari, ed ora e’ ridotta ad un decimo. Gagliarde viti mature di venti e trent’anni sono state lasciate perire senz’acqua, o sradicate per lasciar spazio al nulla. Recentemente ad Apollo sono stati acquistati numerosi animali esotici, tra i quali una ventina di lama, una dozzina di cammelli, una decina di dromedari, struzzi e pappagalli. Essendo la situazione finanziaria dell FoF sempre malferma, con periodico taglio di ‘posti di lavoro’, e tenendo conto della condizione economica degli studenti, si pensi che un cammello, o un dromedario costa qualche migliaio di dollari, ed altrettanto uno struzzo, senza contare le spese di mantenimento. Il costo di un lama da solo fornirebbe ad uno studente il salario per circa tre mesi. Attualmente non c’e’ un uso pratico per questi animali che fra l’altro continuano ad arrivare, e lo scopo di queste costose acquisizioni non e’ stato ancora svelato. Lo stesso ‘modus operandi’ ossessivo e’ riscontrabile negli anni ’80 per quanto riguarda i mobili cinesi, negli anni ‘90 per le fontane ed i ‘King Charles Cavalier’, nel nuovo millennio per le palme. Il rapporto con la comunita’ al di fuori dei cancelli, chiusi al pubblico, della Fellowship of Friends, non e’ dei piu’ felici. Dopo trent’anni di presenza nella zona di Oregon House, California, i rapporti fra studenti e non-studenti e’ minima, ma piu’ che altro non-esistente. La Fellowship of Friends considera il resto della popolazione mondiale addormentata, giustificando cosi’ i limitati rapporti con l’esterno. Da qui il nomignolo di ‘ego-villaggio’. La comunita’ di Oregon House considera a sua volta gli studenti della FoF arroganti e potenzialmente pericolosi visto che, nel corso degli anni, le sette negli USA hanno infelicemente riempito le cronache nere dei giornali. L’interazione tra studenti ed ex-studenti e’ ancor piu’ inesistente. Chi lascia il gruppo, non e’ visto di buon occhio, stranamente molto di piu’ di chi non lo e’ mai stato. Ultimamente pero’, la comunita’ di ex-studenti, storicamente in minoranza, e’ cresciuta a dismisura rendendo gli incontri quotidiani all’ufficio postale ed al supermercato molto impacciati ed imbarazzanti. Spesso gli studenti non ricambiano il saluto agli ex-studenti, e gli ex-studenti da parte loro, cercano di fare finta di niente. La nota dolente e’ che cio’ accade fra persone che si conoscono da piu’ di vent’anni! All’interno della FoF esiste anche un piccolo gruppo di volontari, gli “Amici Bisognosi” dove si cerca di fornire cure a studenti malati, infermi e bisognosi di supporto. Tale piccola associazione caritatevole non ha alcun problema ad impiegare l’aiuto di ex-studenti. Qualora fosse un non-studente o un ex-studente ad aver bisogno, la comunita’ FoF non ha strutture partecipanti e non fornisce alcun supporto, spalleggiando invece l’esercizio di non fraternizzare con persone che hanno lasciato la FoF, esercizio creato e ribadito periodicamente dal maestro fondatore. Per cui, in conclusione, per quanto riguarda la FoF all’interno del discorso delle comunita’ intenzionali ed ecovillaggi, e’ necessario andare oltre la cortina di fumo ed al di la’ delle apparenze, perche’ come dice la saggezza popolare: “Non e’ tutto oro quel che luccica."-

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